SEN e Hub del gas in Italia. Una partita europea.
Riportiamo una sintesi dell’intervento di Umberto Quadrino – ex presidente di Edison – sul tema dell’ambizioso Hub euro mediterraneo del gas in Italia, disegnato nella Strategia Energetica Nazionale. Quadrino parte dal perchè teoricamente un hub sud europeo (basato naturalmente in Italia) avrebbe senso: il mercato del gas è cambiato, e non può più basarsi su un prezzo che segue fondamentalmente ipotesi di consumi in crescita lineare e prezzi legati al petrolio.
Tale logica andava bene fino al 2007, ma da allora “i consumi di metano sono bruscamente calati in seguito alla crisi economica, e non si prevede ritornino al livello ante crisi che verso il 2020″. Dunque, è necessario creare un mercato più moderno e flessibile (“liquido”, ovvero in cui avvengano scambi quotidiani in grandi volumi).
Risulta per Quadrino altresì evidente che l’Italia non ha possibilità di agire indipendentemente in questa partita (come la lettura della SEN lascia intendere).
Soprattutto, la realizzazione di un rigassificatore indipendente (dai flussi nord africani e russi – via gasdotti – regolati da contratti di medio / lungo periodo “take or pay”) che permetterebbe la “nascita di un hub che fornisce servizi differenziati” in una area vasta dipende da una preventiva revisione della struttura del mercato del gas europeo.
Essa passa da una rivisitazione – in ottica di maggiore flessibilità per i paesi consumatori come l’Italia – dei prezzi di acquisto nei contratti “take or pay”, che non rischi però di tradursi in perdita di preziosi “flussi di offerta”, pena la difficoltà di approvvigionarsi poi nel post 2020, quando un ritorno alla crescita dei consumi è previsto ed auspicabile.
E soprattutto della creazione di un mercato liquido del gas (un mercato in cui il prezzo della “commodity” diventi il più possibile “costante” a livello europeo e globale), grazie alla “interconnessione” dei mercati del “nord europa” ed “est europa” con quello “sud europeo”.
Ad oggi, la realtà è molto diversa: i prezzi del gas variano tra i 2-3 USD per MTU negli Usa (grazie allo Shale Gas), ai 6 USD negli UK, ai 10 USD circa in Italia, ai 12 USD in Giappone.
Dunque, il dibattito si sposta in Europa, dove si può giocare la partita tra Paesi “produttori” (principalmente russi, arabi, nord africani oltre agli Stati Uniti) e Paesi “consumatori” europei.
Partendo da una posizione europea che ad oggi è svantaggiata, anche a causa della assenza di politiche continentali integrate e cooperative.