Un mondo di smart city: stimati investimenti per 174 miliardi di dollari nel 2023
Maggiore efficienza e città “più intelligenti”. Vanno in questa direzione centinaia di progetti “smart” che stanno prendendo vita. Da sola Milano finora ne ha promossi 70, per un valore complessivo di oltre 200 milioni di euro di investimenti. Questo le ha permesso in soli tre anni di scalare la classifica dell’indice ICityrate (che mette a confronto 106 capoluoghi di provincia in base a 70 indicatori), passando dal 5° al primo posto nel 2014. Più in generale, il mercato mondiale delle tecnologie intelligenti potrebbe triplicare il proprio valore nei prossimi nove anni. A dirlo è un report diffuso dalla società di consulenza americana Navigant Research, che vede gli investimenti in tecnologie collegate alle smart city in netta crescita, tanto da toccare quota 174,4 miliardi di dollari nel 2023. Anche se la crescita più sostanziosa si concentrerà in Asia, la corsa italiana a rendere sempre più smart le nostre città darà il suo contributo: i progetti avviati sul territorio dimostrano che le tecnologie non mancano. Tra quelli messi a punto dall’Enea ce ne sono di incentrati sull’illuminazione pubblica, la mobilità sostenibile, la gestione energetica di edifici, il monitoraggio ambientale, l’Ict, la sicurezza e il ciclo dei rifiuti. Si va da City 2.0 in corso all’Aquila (progetto da 3,5 milioni di euro) a Res Novae per lo sviluppo di una piattaforma integrata per la distribuzione energetica, la gestione del traffico e il monitoraggio in tempo reale del centro urbano. Del pacchetto fa parte anche il progetto Pell per la realizzazione di un centro di raccolta dati e diagnostica sui consumi energetici pubblici, mentre all’efficienza dell’illuminazione pubblica è dedicato il progetto Lumiere, al quale hanno già aderito 800 comuni.
In occasione della recente Smart city exhibition di Bologna (con progetti di oltre 120 città), tra i vincitori di una call lanciata da Forum Pa per raccogliere progetti di maker, start-up e ricercatori – già realizzati e non ancora proposti al mercato – c’è chi ha presentato un sistema per produrre energia elettrica fai-da-te a partire da un hard disk rotto o da una vecchia grondaia; un sensore montato sulla parabola di casa per consentire alla protezione civile di monitorare al meglio il rischio meteo-idrologico; una lampada da tavolo per valutare la qualità dell’aria e del comfort ambientale negli edifici; un robot per illuminare la casa sfruttando l’energia solare; un braccialetto in silicone per attivare il bike sharing urbano. «L’evoluzione – ha detto nell’occasione Alessandra Poggiani, direttore generale dell’agenzia per l’Italia Digitale – non può che partire dalle città. Ma i centri urbani hanno bisogno di cittadini che sappiano capire gli strumenti che gli vengono messi in mano, perché la digitalizzazione va progettata partendo dalle esperienze e dai bisogni reali».
Una spinta verso l’evoluzione tecnologica è prevista nel decreto Sblocca Italia (Dl 133/14): dal 1° luglio 2015 tutti i nuovi edifici (per i quali la domanda di permesso di costruire sia presentata dal 1° luglio 2015) e quelli sottoposti a ristrutturazione “pesante” dovranno essere predisposti alla banda larga. L’obbligo consiste nel dover «essere equipaggiati di un’infrastruttura fisica multiservizio passiva interna all’edificio, costituita da adeguati spazi istallativi e da impianti di comunicazione ad alta velocità in fibra ottica, fino ai punti terminali di rete». In pratica, l’edificio dovrà essere in grado di agganciarsi alla rete, collegandosi a internet ad alta velocità.
Gli immobili rappresentano l’infrastruttura più importante intorno a cui possono gravitare numerosi progetti smart. Senza contare che, essendo responsabili in media di circa il 40% dei consumi energetici di una città, la loro riqualificazione diventa indispensabile e la proroga fino alla fine del 2015 del bonus fiscale del 65% per l’efficienza energetica inserita nel Ddl di Stabilità va in questa direzione. Sarà possibile toccare con mano il tema del recupero edilizio all’interno di iCasaGreen nell’ambito di Ecomondo, la manifestazione legata alla sostenibilità che si apre domani alla Fiera di Rimini: in vetrina lo spaccato di un appartamento medio, compreso il locale caldaia, un lastrico coperto da tetto verde idroponico e una pensilina solare e fotovoltaica (in entrambi i casi interventi per cui è riconosciuto il bonus del 65%), dove tecnici e aziende potranno approfondire le diverse alternative costruttive. Il tutto in chiave smart, nell’intento di simulare la città sostenibile del futuro.
Fonte: Il sole 24 Ore