Ma quanto è verde Internet?
di Roberta Cancedda
Questa è una grande domanda. Non a caso, è anche il nome dell’evento ospitato da Google il 6 giugno scorso. “How green is the Internet?” è il terzo appuntamento, organizzato sul tema, dal colosso dell’innovazione, una giornata in cui esperti dell’industria, del mondo accademico e delle ONG hanno analizzato le questioni emergenti sull’impatto ambientale e i benefici di Internet.
La rivoluzione digitale si è evoluta in rivoluzione “mobile”, la vera rivoluzione dopo il web 2.0. Come pronosticato da Steve Jobs infatti, Tablet e Smartphone stanno sostituendo i pc tradizionali, aumentando la richiesta di infrastrutture, di data center e reti.
Chiaramente questo ha delle conseguenze ambientali.
Secondo il centro australiano per Energy-Efficient Telecommunications (CEET), infatti, Internet e tutto l’apparato della cosiddetta Information Technology produrrebbero, ogni anno, circa 830 milioni di tonnellate di biossido di carbonio, circa il 2% delle emissioni globali, la stessa quantità prodotta dal traffico e dall’industria aeronautica.
Se è vero che data center consumano tantissima energia è pur vero che Internet e in generale la rivoluzione digitale possono avere un ruolo decisivo nella lotta ai cambiamenti climatici.
Di questo è convinto Al Gore, l’ex vice presidente USA, premio Nobel per la Pace nel 2007 insieme all’IPCC per “gli sforzi per costruire e diffondere una conoscenza maggiore sui cambiamenti climatici provocati dall’uomo e per porre le basi per le misure necessarie a contrastare tali cambiamenti”, protagonista dell’evento .
Secondo Al Gore le tecnologie dell’informazione e l’esplosione dei dati condivisi possono aiutare a risolvere la crisi climatica. Nel suo intervento ha rivolto parole di apprezzamento a Google, Apple e Microsoft per il ruolo di leadership intrapreso nell’introdurre i temi di sostenibilità, risparmio energetico e utilizzo dell’energia pulita nella costruzione del Web del futuro.
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