La Cina riapre i giochi e ora la palla passa all’Unione Europea
Al termine della prima settimana di colloqui sul clima nel vertice delle Nazioni Unite a Durban e anche il WWF si è unito alle migliaia di cittadini che sabato da tutto il mondo sono giunti a Durban, in Sud Africa per ricordare pubblicamente ai negoziatori e ai leader che è inaccettabile ritardare l’azione sui cambiamenti climatici.
«I negoziatori che hanno condotto le trattative la prima settimana erano tecnici, spesso persi nei dettagli. Da domani cominceranno ad arrivare i ministri, la musica deve cambiare, e va della credibilità di ministri e negoziatori stessi. Il messaggio e i risultati di Durban devono rispondere alle attese dei popoli del mondo, preoccupati per il cambiamento climatico, e ancor più a quelli della comunità scientifica, da cui giungono allarmi sempre più pressanti», ha detto Mariagrazia Midulla, responsabile Policy Clima ed Energia del WWF Italia.
La Cina ha riaperto i giochi. Il vice ministro dello sviluppo economico cinese Xie Zhenhua, capo della delegazione cinese alla COP17, in un incontro con le organizzazione non governative, ha annunciato che la Cina potrebbe essere disponibile a considerare impegni legalmente vincolanti a certe condizioni, tra cui l’impegno dell’Unione Europea e altri a ratificare un secondo periodo di impegni del protocollo di Kyoto e il finanziamento a breve termine di 30 milioni di dollari per i Paesi in Via di Sviluppo, con l’intenzione di avviare un processo per elevare tale impegno a 100 milioni di dollari per il 2020. L’esponente cinese ha anche sottolineato che va rispettato il principio di equità.
«Ora la palla passa prima di tutto all’Unione Europea, che deve far corrispondere a questi segnali atti positivi e concreti: la volontà reale di confermare un secondo periodo di impegni di Kyoto, seguita da un adeguamento degli obiettivi di riduzione delle emissioni, oggi troppo deboli. Ovviamente la posizione cinese rende ancor meno giustificabile –ma già non lo era- quella di Russia, Giappone e Canada, contrari a un secondo periodo di impegni di Kyoto; e isola anche gli Stati Uniti», sottolinea Midulla.
Lo stato attuale del testo negoziale dimostra che le principali questioni politiche nei negoziati sono ancora irrisolte. «I negoziatori devono continuare a lavorare per cercare di raggiungere un accordo quanto più possibile su questioni chiave, tra cui la questione della forma giuridica, in modo che capi di Stato e ministri possano concentrarsi sui grandi temi irrisolti. I leader avranno bisogno di forte volontà politica e senso di responsabilità per assicurare la buona riuscita dei negoziati giunti alla fase cruciale», conclude Midulla.
Le richieste del WWF a Durban sono che l’accordo di Cancun deve essere applicato; un secondo periodo del Protocollo di Kyoto deve essere varato. Inoltre, vanno poste le basi per negoziare un accordo giuridicamente vincolante a livello mondiale, che comprende tutti i paesi, entro il 2015. E ancora va finalmente varato il Fondo Globale sul Clima e poste le basi per ridurre davvero le emissioni di gas serra