La corsa allo shale gas europeo sarà accidentata
L’annessione della Crimea e il conseguente innalzamento della tensione politica hanno aumentato le preoccupazioni dell’Europa per la dipendenza dal gas russo che soddisfa il 32% della domanda interna di metano. Da qui la richiesta che i vertici europei hanno fatto al presidente Obama per un’accelerazione degli iter autorizzativi degli impianti di liquefazione previsti sulla costa atlantica degli Usa. Una mossa per diversificare gli approvvigionamenti importando metano a prezzi bassi approfittando del boom della produzione statunitense di shale gas. Obama non ha escluso questa possibilità, ma ha raffreddato le attese incoraggiando i leader europei a trovare le risposte a casa propria, partendo dallo sfruttamento dello shale gas presente anche nel sottosuolo del vecchio continente. Queste aspettative rischiano però di essere deluse e di allontanare l’Europa dalla strada maestra per ridurre le importazioni di gas che passa dalla crescita delle rinnovabili e dalla riduzione dei consumi grazie ad incisive politiche per l’efficienza energetica.