Conferenza – COP21: failure or success?
Si è tenuta il 15 ottobre 2015, presso il Palais du Luxembourg, sede del Senato Francese a Parigi, la conferenza “COP21: un fallimento annunciato…o un accordo dell’ultimo minuto?” organizzata dal Istituto Europeo dei Democratici in collaborazione con il Centro per un Futuro Sostenibile. Nel corso della conferenza, che si è svolta un mese e mezzo esatti prima dell’inizio della Conferenza sul clima di Parigi COP21, importanti personalità politiche ed esperti appartenenti a molte primarie Organizzazioni europee si sono confrontati con l’obiettivo di analizzare i rischi e le opportunità legate al successo della prossima COP21.
Nel corso dell’evento è stata inoltre diffusa la pubblicazione <<Pronti a voltare pagina – Atti e contributi a seguito della Conferenza “Parigi clima 2015 tre proposte innovative dall’Italia” >> realizzata a cura del Centro per un Futuro Sostenibile, nella quale sono state raccolte tre proposte innovative – tutte italiane – in grado di imprimere una netta accelerazione ai negoziati internazionali sul clima.
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Dopo i saluti introduttivi di Jacqueline Gourault, vice-presidente del Senato francese, l’introduzione a cura di Yann Wehrling, Portavoce del Movimento Democratico europeo, e Marielle de Sarnez, Segretario Generale del Partito Democratico Europeo, ha rimarcato la necessità improrogabile di raggiungere un accordo nei prossimi negoziati di Parigi. Nel primo intervento, Brice Lalonde, precedente Ministro francese e Ambasciatore per il Clima, ha portato all’attenzione dei partecipanti la difficoltà di raggiungere un accordo internazionale in assenza di un “framework istituzionale” in grado di includere tutti i 195 paesi del negoziato sul clima. Le grandi aspettative legate al prossimo negoziato di Parigi sono oggetto dell’intervento di Jean-Baptiste Poncelet, Coordinatore COP21 di France Nature Environment.
A seguire Davide Triacca, Coordinatore Scientifico del Centro per un Futuro Sostenibile, ha ripercorso la storia dei negoziati offrendo una analisi critica delle ragioni dei fallimenti e degli importanti successi che li hanno caratterizzati. Oltre a ricordare che le emissioni storiche dei diversi paesi – non solo quelle attuali – necessitano della giusta considerazione, l’intervento ha sottolineato che gli INDC sino ad oggi presentati sono ben lontani dall’essere sufficienti a scongiurare l’aumento della temperatura globale oltre i 2 gradi centigradi. Analizzato anche il ruolo dell’Europa, che da “campione riconosciuto dell’agenda climatica globale” sta gradualmente marginalizzando il proprio ruolo, vittima di divisioni interne e ostaggio di posizioni insostenibili provenienti in primis dai paesi dell’Est la cui economia si basa sui combustibili fossili. Europa che per percorrere il cammino verso una nuova e promettente Unione Energetica dovrebbe ritrovare il coraggio e l’ambizione che nel 1948 ispiravano la nascita della CECA, la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio.
Subito dopo Fadila Mehal, Consigliere di Parigi, ha ricordato l’immane tragedia e la potenziale crisi internazionale conseguente al futuro aumento dei profughi climatici.
Le fonti di finanziamento per la lotta al cambiamento climatico e il “carbon pricing” sono state al centro dell’intervento di Mathieu Orphelin, Portavoce della Fondazione Nicolas Hulot.
Riccardo Valentini, Professore dell’Università della Tuscia e Premio Nobel con l’IPCC nel 2007, si è concentrato sulla gestione del suolo, sulle foreste e sullo spreco alimentare come imprescindibili elementi della lotta al cambiamento climatico. L’aumento del 10% delle infrastrutture verdi urbane in Europa, ad esempio, ridurrebbe del 3% i Gas Serra. La riduzione degli sprechi alimentari del 50% in Europa ridurrebbe le emissioni di un ulteriore 14% circa. Infine, un diverso modo di concepire e contabilizzare il contributo dell’agricoltura al cambiamento climatico (in grado di favorire la cura del territorio e del bosco da parte delle aziende agricole) favorirebbe un’ulteriore e significativa riduzione delle emissioni dei gas nocivi per il clima.
Kamel Ben Naceur, Direttore per le Politiche Energetiche Sostenibili all’Agenzia Internazionale per l’Energia, ha ricordato come l’energia sia responsabile della quota maggiore di emissioni e come si debba partire proprio da questa nell’identificare soluzioni ambientalmente ed economicamente sostenibili.
L’onore delle conclusioni è spettato a Francesco Rutelli e Francois Bayrou, Copresidenti del Partito Democratico Europeo.
Offrendo una visione ampia delle opportunità ma anche delle possibili ricadute della prossima COP21 di Parigi, nel suo intervento di chiusura, Francesco Rutelli, Presidente del Centro per un Futuro Sostenibile, ha ammonito che “pena il fallimento, il negoziato climatico di Parigi non dovrà essere caricato di troppi significati difficilmente raggiungibili: lotta al cambiamento climatico, confronto generazionale, equità climatica tra paesi del nord e del sud del mondo, sfida economica, sicurezza mondiale, sviluppo tecnologico. Parigi è un crocevia per il futuro del mondo, e come tale deve essere correttamente inquadrato: con obiettivi tangibili e concreti, da raggiungere assolutamente”.