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COP 19

 

Si è tenuta  dall’11 al 22 novembre  a Varsavia, in Polonia, la diciannovesima Conferenza delle parti sui cambiamenti climatici (Cop19) delle Nazioni Unite United Nations Framework Convention on Climate Change (Unfccc), che ha riunito le delegazioni di 190 paesi per discutere sul tema del surriscaldamento climatico al fine di trovare un accordo mondiale a Parigi entro il 2015 sulla limitazione dei gas che producono l’effetto serra.

L’’Unione europea ha presentato un pacchetto di decisioni in grado di far progredire l’azione internazionale a favore del clima: tra le richieste sostenute dall’Ue, il rafforzamento dell’attuazione delle misure già concordate e progredire nell’elaborazione nell’ambito d’applicazione e nella struttura dell’accordo mondiale che sarà adottato entro il 2015 per entrare in vigore nel 2020. Impegni ambiziosi in termini di riduzione delle emissioni dopo il 2020. L’idea è di sviluppare nell’arco del 2014 un piano in cui fare adottare degli impegni per mantenere il riscaldamento globale inferiore a 2 °C rispetto alla temperatura dell’epoca preindustriale. Infatti, secondo gli ultimi rapporti degli scienziati, la temperatura mondiale potrebbe aumentare fino a 4.8 gradi centigradi alla fine del secolo, se la comunità internazionale non prenderà provvedimenti seri al riguardo.

Tra le proposte Ue per la riduzione delle emissioni: un’azione sull’efficienza energetica, sulle energie rinnovabili, sui gas fluorurati a effetto serra, sulla riforma delle sovvenzioni ai combustibili fossili e sulle emissioni dei settori del trasporto aereo e navale.

“Deve essere chiaro per tutti che la conferenza di Varsavia sul clima non concluderà i negoziati sull’accordo climatico mondiale del 2015, però rappresenterà un incontro molto importante per progredire e gettare le basi per la conferenza di Parigi del 2015″, ha dichiarato Connie Hedegaard, Commissaria responsabile in materia di Azione per il clima.

Alle conferenza è stato affrontato anche il tema che riguarda le perdite e i danni causati dai cambiamenti climatici in paesi in via di sviluppo, nonché la finalizzazione delle norme sulla trasparenza in merito agli impegni finora assunti, norme dettagliate per attuare la seconda fase di impegno del protocollo di Kyoto, che copre il periodo 2013-2020.

Infine, il tema dei finanziamenti ai paesi in via di sviluppo per lottare contro i cambiamenti climatici.

Nell’ambito della Conferenza è stato presentato un documento intitolato “COP 19 Climate Capture: Stop the corporate takeover and expansion of carbon markets now!”, firmato da 135 associazioni e movimenti di tutto il mondo, contro le politiche dell’Unione europea che punta ad espandere i carbon markets dai quali potrebbero trarre beneficio i grandi inquinatori.

“Per quasi 20 anni, le politiche climatiche multilaterali sono servite a creare meccanismi finanziari redditizi che mantengono i sistemi dipendenti dai combustibili fossili che sono responsabili per la crisi climatica. Dall’11 al 22 Novembre a Varsavia, in Polonia, la 19esima Conferenza delle Parti (Cop19) della United Nations Framework Convention on Climate Change (Unfccc) non farà eccezione. L’agenda dell’Ue per la Cop19 sarà sia quella di aumentare meccanismi di commercio del carbonio che di trovare altri modi per sostenere un sistema industriale e finanziario dipendente da carbone, petrolio e gas, che si trova ad affrontare una crisi di dimensioni multiple”, viene scritto nel testo.

Tra i capofila della contestazione, Tamra Gilbertson dell’associzione Carbon Trade Watch: “La Commissione europea e gli imbroglioni del carbonio che fanno profitti con il fallimentare Eu Ets stanno spingendo per ottenere una scialuppa di sicurezza attraverso il collegamento tra i mercati prefigurando un mercato globale del carbonio”

 

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