Convegno – Messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi: verso un deposito unico nazionale
Il 18 Novembre 2014 si è tenuto a Roma, presso la Società Geografica Italiana, il convegno dal titolo “Messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi: verso un Deposito Unico Nazionale”, promosso dalla Fondazione Centro per un Futuro Sostenibile. L’iniziativa ha visto per la prima volta riunirsi attorno a un tavolo autorevoli esponenti di Organizzazioni Governative e non, politici, tecnici e ambientalisti per confrontarsi costruttivamente sul tema della realizzazione del Deposito Unico Nazionale. Dopo i saluti del Presidente della Società Geografica Italiana Sergio Conti, i lavori sono stati aperti da Francesco Rutelli, Presidente Fondazione Centro per un Futuro Sostenibile, che ha osservato come il tema cruciale della gestione dei rifiuti radioattivi non possa più essere riservato ad un dibattito tra i soli tecnici ed esperti, ma deve essere affrontato in totale trasparenza e con il massimo coinvolgimento dei cittadini, delle associazioni, della politica. Francesco Rutelli ha inoltre ricordato che, non solo le scorie delle vecchie centrali nucleari, ma quantitativi crescenti derivanti dalle cure mediche vanno trattati e sistemati in modo sicuro e dopo un processo decisionale trasparente.
Riccardo Casale, AD della Sogin SpA, ha illustrato le ragioni che rendono il Deposito una struttura necessaria per l’Italia e sottolineato le modalità di partecipazione e massima trasparenza che Sogin sta adottando per arrivare ad una scelta condivisa con i territori.
Fabio Chiaravalli, Direttore Sogin Deposito Nazionale e Parco Tecnologico, ha invece approfondito le specifiche progettuali con cui verrà realizzato il Deposito, che risponderà agli standard di massima sicurezza stabiliti a livello internazionale per la salute dei cittadini e l’ambiente.Lamberto Matteocci, Responsabile Servizio Controllo Attività Nucleari del Dipartimento nucleare, rischio tecnologico e industriale ISPRA, discutendo dei criteri contenuti nella Guida Tecnica ISPRA, ha sott olineato come il Deposito Unico sia un atto di tutela e rispetto per le future generazioni, in linea con i principi espressi dall’IAEA (International Atomic Energy Association).
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Per ISPRA è intervenuto anche il geologo Alessandro Trigila, esperto di rischio idrogeologico, che ha messo in evidenza come la localizzazione dell’infrastruttura debba essere compatibile con le aree non esposte a dissesto idrogeologico (che rappresentano oltre l’8% del territorio italiano). A chiudere la prima parte del Convegno è intervenuta Irena Daris di ARAO, l’Agenzia slovena per la gestione dei rifiuti radioattivi, che ha condiviso l’esperienza di successo del processo partecipativo che la Slovenia ha condotto nella localizzazione del proprio deposito nazionale.
Dopo gli interventi programmati si è tenuta la tavola rotonda dal titolo “Le scelte localizzative, opportunità di sviluppo e occupazione, modalità di trasparenza e partecipazione pubblica” nel corso della quale si sono confrontate le associazioni ambientaliste, università, enti locali e politici.
Giuseppe Onufrio, Direttore Greenpeace Italia, a proposito di coinvolgimento pubblico, ha sottolineato come l’unica misura di compensazione possibile per il territorio debba essere la garanzia di elevati standard di sicurezza. Stefano Ciafani Vice Presidente nazionale di Legambiente, dopo aver assicurato che la propria organizzazione darà il suo contributo in ogni fase del processo, suggerisce di potenziare il sistema di controlli e comunicazione per aumentare la fiducia dei cittadini.
Cesare Pozzi economista Professore Luiss Guido Carli e membro Comitato Scientifico CFS, parlando delle ripercussioni economiche del Deposito e del Parco Tecnologico, ha evidenziato come le opportunità del progetto (sviluppo tecnologie all’avanguardia ed esportazione know-how), hanno una dimensione nazionale ma è necessario valutare anche l’effettiva ricaduta economica sul territorio coinvolto, considerato che la necessità di una manodopera altamente specializzata rischia di escludere un coinvolgimento della forza lavoro locale.
In rappresentanza dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani è intervenuta Antonella Galdi, Vice-Segretario generale che, riconoscendo la necessità di un Deposito Unico, ha ribadito come sia prioritario coinvolgere nella maniera più trasparente possibile il territorio che teme di perdere il proprio benessere sociale. Secondo Gianluca Abrignani, Vice Presidente Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo – Camera dei Deputati il Deposito Unico non è un’opzione ma una scelta obbligata e che bisogna approfondire il tema della compensazione economica per i territori che danno la propria disponibilità. Gianni Pietro Girotto, Commissione Industria, Turismo, Commercio – Senato della Repubblica, ha precisato che la gestione di rifiuti ad alta intensità deve essere separata da quella dei rifiuti a medio-bassa attività (quelli che saranno contenuti nel deposito unico). Gianluca Susta, Presidente Gruppo Parlamentare Scelta Civica per l’Italia – Senato della Repubblica, ha richiamato la responsabilità dell’Unione Europea nella gestione dei rifiuti ad alta intensità in un deposito permanente unico per tutti i paesi membri.
Infine, il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, in una nota, ha sottolineato come questo convegno costituisca un atto di alta trasparenza verso la popolazione, informa i cittadini e previene inutili allarmismi per approfondire e chiarire ogni dubbio sulla messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi.