Gas serra oltre ogni record
Secondo un nuovo report dell’Organizzazione Metereologica Mondiale sono confermate le concentrazioni record di gas serra nell’atmosfera. Intanto il mare si sta acidificando ad una velocità mai avvenuta in 300 milioni di anni. La prognosi è grave. Ancora più acuta di quanto già gli scienziati prevedevano. Secondo un nuovo report ottenuto in anteprima da La Stampa del World Meteorological Organization, l’Organizzazione Metereologica Mondiale è stato confermato il record di concentrazione di gas serra, negli oceani e nell’atmosfera, in particolare di biossido di carbonio, la CO2, il più impattante dei gas climateranti. Apparentemente il Greenhouse Gas Bulletin, questo il titolo del documento, potrebbe essere bollato come “l’ennesimo report sull’andamento del clima”. Difficilmente questo documento farà scatenare il panico e l’isteria collettiva come accaduto con la grave epidemia di Ebola. Eppure i numeri sono quelli che, letti con gli occhiali della scienza, inquietano e spaventano. Basti pensare che la concentrazione di CO2 nell’atmosfera è del 142% superiore a quella dell’epoca preindustriale (cioè dal 1750), quella del metano 253 volte e 121 quella del ossido di diazoto. Certi livelli sono già stati raggiunti nella lunga storia del pianeta. Ma mai a una velocità cosi straordinaria.
Inoltre secondo i nuovi dati tra il 1990 e il 2013 c’è stato un incremento del 34% nella forzante radiativa, il complesso di effetti di che alterano il bilancio dell’energia solare che viene trattenuta nel sistema atmosfera-terra. Energia in forma di calore che comporta un aumento di temperature medie che va a squilibrare fortemente il nostro pianeta.
La cura spiega il segretario Generale della World Meteorological Organization Michel Jarraud è quella di «ridurre con urgenza le emissioni di gas serra», per evitare che il clima impazzito possa alterare radicalmente il nostro modello di vita. A dicembre è atteso un nuovo round di negoziati in vista della conferenza di Parigi del 2015 che dovrebbe portare ad un accordo mondiale sul clima per ridurre le emissioni di gas serra. Sei anni dopo il fallimento di Copenaghen potrebbe essere l’unica opportunità in questo decennio per raggiungere un accordo.
Sul tavolo i negoziatori ONU troveranno altri dati preoccupanti provenienti da questo Greenhouse Gas Bulletin. Come il fatto che la quantità di CO2 in atmosfera nel 2012-2013 è cresciuta come in nessun altro anno, a partire dai primi anni Ottanta. «I dati mostrano che, invece che diminuire come si sperava, la concentrazione di gas serra è aumentata lo scorso anno a una velocità record inedita per gli ultimi 30 anni. Dobbiamo fermare questo trend. E non ci rimane molto tempo».
Non solo sono aumentano le emissioni di gas climalteranti prodotte dall’attività umana, è diminuita inoltre la capacità di assorbimento di questi da parte della natura. Secondo i climatologi questo sintomo è tra i più gravi di quelli mostrati dal paziente. Gli oceani fungono da meccanismo di riduzione della concentrazione di CO2 grazie a alghe ed altri organismi marini. Oggi però anche gli oceani hanno raggiunto un grado di saturazione. I nuovi dati mostrano infatti che l’incremento di acidificazione degli oceani (correlato alla Co2 assorbita) ha raggiunto una velocità che per i paleoclimatologi non si è mai registrata negli ultimi 300milioni. Ovvero da quando ancora c’erano i dinosauri. «Il biossido di carbonio rimane nell’atmosfera per centinaia di anni, e ancor più a lungo negli oceani. Le emissioni presenti, passate e future avranno un impatto cumulativo sia sul riscaldamento globale che nell’acidificazione. Le leggi della fisica non sono negoziabili, ha aggiunto Mr Jarraud.
Secondo vari intervistati il Greenhouse Gas Bulletin è uno dei documenti scientifici più accurati ed attendibili. «Sono quarant’anni che si parla di cambiamento climatico. Tra negazionismo e ipocrisia, la politica fatica a comprendere la gravità e la complessità della situazione», spiega Federico Antognazza di Italian Climate Network, la principale associazione italiana su clima. «Dobbiamo prendere sul serio documenti come questo che analizzano la gravità della situazione. Questi fenomeni climatici impatteranno la nostra agricoltura, il nostro mare, metterà a rischio molte zone geografiche del paese. I dati scientifici sono sempre più abbondanti: dobbiamo veramente aspettare che si superi la soglia dei 2°C, per vedere cosa c’è oltre il baratro climatico?»
Per sensibilizzare l’azione del Governo Renzi il mondo ambientalista italiano, con un inedita rete di alleanze, si dà appuntamento a Roma il 21 settembre, per scendere in piazza a supporto della grande Marcia per il Clima che si terrà a New York. Dati alla mano, per chiedere una nuova strategia di azione di riduzione di gas serra.
Fonte: La Stampa