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COP19 di Varsavia: piccoli passi per preservare le foreste

COP19 di Varsavia: piccoli passi per preservare le foreste

di Carlo Carraro

Per chi ha seguito gli sviluppi dell’ultima COP, la diciannovesima  Conferenza delle Parti dell’UNFCCC (Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici) tenutasi a Varsavia dall’11 al 23 novembre 2013, è ormai naturale associare la COP19 al tema delle foreste. E’ stato infatti in ambito REDD+ (Reducing Emissions from Deforestation and Forest Degradation) che le negoziazioni hanno registrato i risultati più soddisfacenti, mentre venivano deluse le attese su quella che avrebbe potuto essere la “COP della finanza” o la “COP dei Loss&Damage”. Sui temi dei finanziamenti ai Paesi in via di sviluppo per affrontare spese di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici siamo infatti ben lontani dal vedere mantenuto l’impegno preso nel 2009 da parte dei Paesi sviluppati di mobilitare 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020. Sul fronte del nuovo accordo globale vincolante “post-Koto” per la riduzione delle emissioni, la strada da percorrere è ancora lunga e c’è il rischio di non raggiungere nemmeno alla COP21 di Parigi, nel 2015, la meta auspicata.

Sappiamo che gli accordi raggiunti in sede negoziale hanno portato all’adozione delWarsaw Framework for REDD+, un pacchetto di sette decisioni nell’ambito della riduzione delle emissioni di gas serra causate dalla deforestazione e dal degrado delle foreste, oltre alla loro conservazione e gestione sostenibile. E sappiamo che, confrontati alle inconclusioni legate agli aspetti finanziari, i progressi nel campo REDD+ hanno gratificato, seppur parzialmente, negoziatori e non.

La salvaguardia delle foreste, che coprono circa il 30% del nostro pianeta, è un tema urgente e di prima rilevanza per la lotta ai cambiamenti climatici. A livello globale, circa1.6 miliardi di persone dipendono direttamente dai servizi offerti dalle foreste.  Secondo il WWFnegli ultimi 50 anni sono andate distrutte il 17% delle foreste in Amazzonia. La deforestazione si presenta sotto diverse spoglie, tra cui incendi e disboscamento per l’agricoltura, l’allevamento, lo sviluppo e il legname.

Ma quali sono gli effettivi progressi ottenuti a Varsavia? Rappresentano davvero un successo rilevante?

L’idea alla base dei lavori in campo REDD+ è quella di attribuire un valore economico alle foreste: le economie sviluppate finanziano i Paesi in via di sviluppo, nei cui territori giacciono la maggior parte delle principali foreste intatte del mondo, per il servizio che queste, se adeguatamente preservate, sono in grado di fornire tramite l’assorbimento di anidride carbonica dall’atmosfera e il suo stoccaggio. Da quando, quasi un decennio fa, si è iniziato a parlare di foreste in ambito UNFCCC, la percezione del tema è maturata e c’è oggi la consapevolezza del fatto che le foreste non rappresentano solo un meccanismo per assorbire CO2, ma sono piuttosto un processo complesso che comprende, oltre al tema delle emissioni di carbonio, altri aspetti ambientali come la biodiversità e sociali come i diritti delle popolazioni indigene.

Questa consapevolezza emerge dai documenti approvati a Varsavia, di cui riportiamo di seguito i punti salienti tradotti dal burocratese e i rispettivi link ai testi ufficiali.

Addressing the drivers of deforestation and forest degradation

Come emerge dal testo, la deforestazione e il degrado delle foreste sono dovuti a diversi fattori (drivers), che dipendono dai singoli contesti nazionali e che da essi, secondo le rispettive capacità e possibilità, devono essere affrontati. La COP incoraggia dunque le Parti (le nazioni), le organizzazioni e il settore privato ad agire per ridurre tali drivers e acondividere i risultati ottenuti tramite la nuova piattaforma dedicata sul sito UNFCCC:http://unfccc.int/redd.

Coordination of support for the implementation of activities in relation to mitigation actions in the forest sector by developing countries, including institutional arrangements

Sul piano degli accordi istituzionali per l’adozione di misure di mitigazione nel settore delle foreste da parte dei Paesi in via di sviluppo, la COP invita le Parti interessate a designare degli “enti nazionali” o dei “focal point” che fungano da punto di contatto con l’UNFCCC.  Tra le funzioni di tali organi è incoraggiato lo scambio di informazioni sulla gestione sostenibile delle foreste.

A partire dal 2014, tali enti, che potrebbero essere i deputati a ricevere i finanziamenti da parte dei Paesi sviluppati per le attività in ambito REDD+, si incontreranno annualmente. Il primo meeting dovrebbe essere organizzato dall’UNFCCC a Lima (Perù) durante la  COP20 (dicembre 2014). In questi incontri, gli enti nazionali dovrebbero raccogliere istanze da parte dalle organizzazioni internazionali e regionali, dal settore privato, dalle popolazioni indigene  e dalla società civile e invitare loro rappresentanti come osservatori.

Oltre ad aggiungere dettagli su tali incontri, il testo conclude, come alcuni altri, “prendendo nota” dei costi che tali meeting comportano per il segretariato e “chiedendo” che vengano realizzati se ce ne sarà la disponibilità finanziaria.

Work programme on results-based finance to progress the full implementation of the activities referred to in decision 1/CP.16, paragraph 70

In cosa consistono i finanziamenti ai Paesi in via di sviluppo? A Varsavia si è concordato che i finanziamenti diretti dai Paesi sviluppati ai Paesi in via di sviluppo, provenienti da fonti di diversa natura (pubbliche e private, bilaterali e multilaterali, …) rispettino unmeccanismo basato sugli effettivi risultati ottenuti: per ricevere finanziamenti sarà necessario presentare un rapporto di sintesi che dimostri che le attività implementate per la riduzione delle emissioni dal settore forestale, misurate e verificate, rispettano i criteri disalvaguardia accordati in ambito UNFCCC.

Viene inoltre riconosciuta l’importanza di incentivare i “non carbon benefits” delle foreste, ovvero quei benefici non strettamente legati all’assorbimento di emissioni di CO2 (cui abbiamo fatto riferimento precedentemente). Su cosa si intenda di preciso con “non carbon benefits” non c’è però ancora chiarezza: è entro il 2014 che, come stabilito a Doha, le Parti dovranno proporre la loro definizione per trovare un accordo sul punto.

Questo testo, pieno di generici “incoraggiamenti”, “richieste”, “note “, “riaffermazioni” e “riconoscimenti”, riporta delle “decisioni” solo nel campo della nuova piattaforma REDDospitata sul portale UNFCCC, definendone il contenuto nei dettagli. La piattaforma conterrà i risultati delle attività intraprese, le riduzioni di emissioni di CO2 ottenute, i livelli di riferimento delle foreste e le strategie/piani di azione nazionali.

Modalities for national forest monitoring systems

Per monitorare e rendicontare le emissioni antropogeniche legate alla deforestazione e al degrado delle foreste, oltre alla loro rimozione tramite l’assorbimento, a Varsavia è stato deciso che le Parti si basino, per lo sviluppo dei sistemi nazionali di monitoraggio delle foreste, sulle più recenti linee guida  dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change). Niente di nuovo: già nei documenti della COP15 di Copenaghen emergeva questo punto, pur senza apparire sottoforma di “decisione”.  Tali sistemi di monitoraggio nazionali dovranno fornire dati e informazioni trasparenti, coerenti nel tempo e utili a misurare, rendicontare e verificare le emissioni e i cambiamenti delle aree forestali derivanti da azioni intraprese in ambito REDD.

Guidelines and procedures for the technical assessment of submissions from Parties on proposed forest reference emission levels and/or forest reference levels:

Su quali basi si misureranno i progressi ottenuti dalle azioni in ambito REDD+? La COP19 ha raggiunto l’adozione di linee guida e procedure per definire i livelli di riferimento sulla base dei quali andranno misurati i risultati raggiunti. Inoltre (ma senza specificare come), la COP mira ad affiancare approcci basati sul mercato con altri tipi di approcci.

Modalities for measuring, reporting and verifying

The timing and the frequency of presentations of the summary of information on how all the safeguards referred to in decision 1/CP.16, appendix I, are being addressed and respected:

Si è inoltre deciso che le Parti forniscano le stime delle emissioni antropogeniche legate alle foreste (in linguaggio tecnico MRV – Measuring-Reporting-Verifyingsu base biennale e che i Paesi in via di sviluppo descrivano “periodicamente” come hanno rispettato le condizioni di salvaguardia accordate in occasione della COP16 di Cancun.

Non sorprende che il testo negoziale, analizzato nei particolari, lasci un po’ di amaro in bocca nel constatare che l’accordo, nella sostanza, pone le basi per un progresso che non si realizzerà in tempi brevi e lascia aperto lo spazio a future scappatoie. Come anticipato nel precedente post, il Warsaw Framework for REDD+ è sostenuto da un impegno di 280 milioni di dollari di finanziamento da parte di Stati Uniti, Norvegia e Regno Unito. Considerando che l’accordo si basa prevalentemente su mobilitazioni finanziarie da parte dei Paesi sviluppati a favore dei Paesi in via di sviluppo (e il fatto di rendere le politiche REDD dipendenti da finanziamenti esterni ai Paesi coinvolti è probabilmente il suo principale punto debole), la cifra di partenza è minima. Il Warsaw Framework for REDD+ può quindi essere visto più come un inizio che come il raggiungimento di un obiettivo. Un taglio dal nastro che inaugura, si spera nel concreto, un percorso per una gestione più sostenibile delle foreste.

Maggiori informazioni

Fonte: carlocarraro.org

 

Centro per un Futuro Sostenibile Via degli Zingari, 15 - 00184 Roma (tel. +39 06.87570009)